In questi giorni si svolge a Roma il Forum PA, ricco di keynote su smart cities, open data e tutto quanto possa contribuire a migliorare i servizi per il cittadino.
Ecco, magari diamo una email a tutti coloro che lavorano nella PA. Soprattutto se, come mi dice l’operatrice torinese della storia che vi racconterò, devono essere gli uffici pubblici a scambiarsi i dati necessari a erogare i servizi al cittadino. E non il cittadino a impazzire dietro alla burocrazia di uffici diversi e spesso chiusi.
La mia storia è semplice. Nato e residente a Napoli, ho avuto domicili sparsi per l’Italia da quando ho 18 anni.
Di solito mi ricordo sempre tardi di cambiare o rinnovare il medico di base. Per chi è «domiciliato» il medico è temporaneo e dopo 12 mesi «scade».
La mia avventura comincia di mattina, con una solerte operatrice della ASL di Ciampino che consulta un sistema del ministero delle finanze per verificare che io non abbia già un altro medico.
Mi pare giusto.
Cosa scopre?
Scopre che sono assegnato a tempo indeterminato alla mia (ex) dottoressa di Torino.
Ma come? A casa ho un documento che attesta che il periodo di assegnazione temporanea era da maggio 2009 a maggio 2010.
Il sito del ministero invece riporta altre date. Inizio: luglio (?) 2009; fine: illimitata.
Secondo voi a questo punto, cosa mi hanno detto all’ASL di Ciampino?
Che dovevo provvedere io alla revoca. E io penso: tu puoi consultare un sito ma non chiamare i colleghi a Torino? Non hai questo potere e invece ce l’ho io?
Ce l’ho e dunque faccio tre telefonate in 24 ore:
- Il pomeriggio primo giorno, chiamo il numero verde regione piemonte
- che mi dà il numero della vecchia ASL Torino e risponde un gentilissimo portinaio.
- La mattina del secondo giorno chiamo l’ufficio assegnazione e revoca della mia vecchia ASL di Torino.
L’ultima telefonata l’ho dovuta fare dal mio cellulare dagli uffici della ASL di Ciampino. Avevo con me il documento che attestava la data di fine validità del medico di base di via Vigliani, a Torino. Per l’operatrice di Ciampino non era valido, avrei potuto averne un altro successivo! Ma cosa dice? Quel certificato viene sostituito dalla ASL con quello nuovo oppure scade, non lo sa? Allora le chiedo di chiamare lei. Mi dice che non può. E qui che scopro che non è vero, perché l’operatrice di Torino mi cita una legge che solleva il cittadino dall’obbligo di occuparsi lui di queste cose. Il principio, sano, è che le PA devono parlarsi tra di loro.
La situazione diventa complicata, è il secondo giorno e la quarta ora di permesso al lavoro che mi sto giocando. Ma sento che se mi incazzo è peggio.
E allora, dopo avere fatto questa telefonata a Torino, faccio per alzarmi sconfitto, sconfittissmo, dicendo: «Signora sa cosa c’è? Che a me dispiace che lei non possa fare nulla, io la capisco. Come lei lavoro nella PA, mi occupo di pensioni, e provo ogni giorno a fare di tutto per accontentare gli utenti».
Apriti cielo.
A quel punto avviene la svolta. L’operatrice capisce che può fare qualcosa per un «collega». Anche se appena due minuti fa mi ha detto che lei non può scrivere alla ASL di Torino e che devo farlo io, adesso si corregge: «Io non ho neanche la email, ma il mio capo forse sì!».
Dopo 10 minuti ho il medico di base.
Quando è giusto usare il proprio «potere»
Ringrazio questa persona: con i pochi mezzi a sua disposizione e quel poco d’iniziativa che è in suo potere, e cioè andare dal responsabile del reparto, ha risolto un problema complicato e fuori dall’ordinario.
Cosa le mancava? Un altro po’ di spirito d’iniziativa, certo, ma soprattutto
- Informazioni aggiornate: possibile che non conosca ancora un principio fondamentale, come quello che debbono essere le PA a scambiarsi i dati e non il cittadino a impazzire dietro alla burocrazia?
- Sistemi informativi che le diano un supporto concreto. Non una pagina di un ministero delle finanze che dà informazioni sconfessate dalla ASL di riferimento e l’assenza di una email con la quale rivolgersi ad altri enti e colleghi.
Il potere in questo caso va visto in senso positivo, perché abilita e consente la soluzione di un caso.
Al Forum PA forse bisogna parlare ancora di cose che sanno di antico, come gestione della knowledge base e usabilità dei sistemi informativi.
A me piacerebbe tra 3 anni potere scegliere il medico di base comodamente seduto in poltrona col mio tablet.