Non siamo l’unico caso di utenti che conoscono il prodotto meglio
dell’azienda che lo produce. Ma in questo caso tra noi ci sono molti,
ma molto più esperti, appassionati e volenterosi fuori che dentro l’aziende (piene, tranne alcune rare eccezioni, di inetti, menefreghisti e irresponsabili).
Sindaco,
ci lasci aggiustare questa città.
Oggi sono arrivato in ufficio con 45 minuti di ritardo. E sono
impresentabile per quanto ho sudato.
Ho scritto questo post nella tratta Cavour Garbatella
della metro B. Di solito salgo a Termini dopo aver fatto il cambio con
la metro A, che prendo al Quadraro.
Sindaco,
sei circondato da incapaci. Siamo più bravi noi. Noi che poi
valutiamo – un giorno sì e l’altro pure – se andare a lavorare a Londra,
Berlino o Copenaghen.
Oggi un suo dipendente inetto ha pensato bene di annunciare solo a
Vittorio Emanuele che la fermata di Termini della Metro A era chiusa.
Alle volte noi viaggiatori pendolari siamo tempestati di annunci
inutili e di impossibili brani musicali emessi dagli altoparlanti. Questa mattina nessuno a pensato di avvisare per tempo.
Nel mio caso, sarei sceso a San Giovanni e avrei preso con calma il
714.
Invece no. Sono stato su un treno che proseguiva con lentezza
esasperante sulla linea probabilmente rallentata proprio a causa
della sorpresina riservata a tutti i viaggiatori diretti a Termini.
Sorpresa svelata solo una volta giunti alla fermata di Vittorio Emanuele. E cioè troppo tardi per pensare a un’alternativa intelligente.
Sono sceso a piazza della Repubblica. Ho visto camionette della
polizia e ho visto una quantità incredibile di gente arrivare da
Termini. Ho provato grande solidarietà per le persone che tentavano di
risalire il flusso che si inabissava a Repubblica. Erano persone
in ansia e difficoltà fisica evidenti. Avevano grandi valigioni e
probabilmente stavano perdendo il loro treno.
Sindaco,
lei e i dirigenti degli enti che dal comune dipendono, avete noi persone
comuni, cittadini, professionisti e turisti sulla vostra coscienza e
dovete vergognarvi per la mattinata di disagio che ci avete procurato.
Ovviamente a disagio si aggiunge disagio. Avevo deciso di andare a
prendere la metro B alla fermata di Cavour. Quando ho visto il 714 che
scendeva per via Cavour ho allungato il passo e ho fatto una corsa
come ai bei tempi. Col computer, l’impermeabile e tutto il resto. Giro il
collo passando tra le macchine e controllo che il 714 non mi superi.
Scende piano. Attraverso col rosso, il 714 arriva al semaforo e si
ferma. Corro per il piazzale di Santa Maria Maggiore per arrivare alla
fermata. Giro l’angolo e il 714 scompare alla mia vista. Passa un
minuto, passano due minuti. Ne passano tre. Mi allontano
dalla fermata per torntare indietro e cercare il bus. Il 714 è fermo al
semaforo. Vedo solo la parte superiore. Aspetto altri 30 secondi. Mi
pare il semaforo sia verde. Altre auto passano. Nel frattempo il
sudore si asciuga addosso grazie a un delizioso venticello umido.
C’è una fontanella. Ne approfitto per rinfrescare le mani e bere un
sorso. Mi sporgo ancora, scendendo di altri 10 passi. Il 714 è fermo
per un guasto, ha messo le quattro frecce.